Geologia e geomorfologia
Non sono frequenti in
Italia e in Europa i luoghi che possono vantare, come le
Alpi Apuane,
un patrimonio naturale così straordinariamente ricco di
paesaggi, di ambienti e di emergenze naturalistiche. Non
sono soltanto la flora e la fauna, comunque abbondanti
di specie endemiche, ma pure le rocce, i minerali, i
fossili, le strutture tettoniche, le forme superficiali
e profonde della Terra, a fornire elementi inconsueti,
vari e diffusi di valore ambientale.
Le Alpi Apuane sono soprattutto un complesso orografico
di grande suggestione scenica, per l'imponenza della
dorsale principale, la morfologia assai aspra, con valli
profondamente incise ed un'enorme energia del rilievo.
Queste montagne devono buona parte della loro notorietà
alla bellezza dei propri marmi e ai profondi abissi e
alle grandi cavità del sottosuolo carsico.
Le Alpi Apuane
rappresentano la più importante "finestra tettonica"
della catena appenninica; per effetto dell'erosione,
affiorano rocce a basso metamorfismo che nel loro
insieme costituiscono il Complesso Metamorfico Apuano.
Tale complesso, costituito da due unità principali
(Unità delle Alpi Apuane ed Unità di Massa), è
circondato su tre lati dalle unità tettoniche alloctone
della Falda toscana e delle Unità liguri.
Dal punto di vista geologico l'area di interesse è
caratterizzata dalla presenza in affioramento di
formazioni rocciose appartenenti sia al basamento
paleozoico dell'Unità delle Alpi Apuane (pf, porfiroidi
e scisti porfirici) che alla sua successione mesozoica e
terziaria (gr, grezzoni).
I MARMI
Il bacino marmifero
apuano, unico al mondo per dimensioni e caratteristiche
merceologiche, è una formazione ad andamento continuo
con un'estensione di circa 10 per 20 Km ed uno spessore
che in alcuni punti supera i 400 m. La sua presenza
deriva dalla sedimentazione di cospicui depositi
calcarei, in alcune zone particolarmente puri,
sottoposti per milioni di anni alle forti pressioni e
temperature determinate dalle sovrapposizioni di unità
tettoniche (con spessori di diversi chilometri). In tali
condizioni i primitivi calcari sono stati trasformati in
marmi saccaroidi e ceroidi dalle straordinarie qualità
fisiche, chimiche ed estetiche. All'interno del bacino
marmifero sono reperibili diverse varietà di pietre da
taglio, come lo statuario, il bardiglio, l'ordinario, il
venato, l'arabescato, il cipollino, il fior di pesco ed
altri meno noti ma non meno belli ed apprezzati.
IL CARSISMO
Le Alpi
Apuane rappresentano una delle aree carsiche
più importanti d'Italia; vi si contano quasi
1000 grotte. Tra le 50 grotte più profonde
della penisola, 17 sono apuane, così come
tra le 50 più estese in lunghezza, 8 sono
apuane. Il carsismo rappresenta uno dei
processi geologici più conosciuti per la
capacità di dare vita a forme e paesaggi
spettacolari. La maggior parte dei fenomeni
carsici è dovuta all'azione delle acque
d'origine meteorica sulle rocce,
principalmente di tipo carbonatico (calcari
e dolomie). Per la natura calcarea delle
rocce affioranti, per la permeabilità dovuta
alla forte fratturazione e per la elevata
piovosità che le contraddistingue, le Alpi
Apuane presentano imponenti fenomeni
carsici. L'acqua piovana prima di
raggiungere la roccia si arricchisce di
anidride carbonica attraversando l'atmosfera
o filtrando attraverso un terreno ricco di
sostanze d'origine animale e vegetale
(humus). Questo le conferisce una debole
acidità che provoca un'azione di
dissoluzione del calcare secondo la seguente
reazione chimica:
CaCO3 + H2O + CO2
= Ca(HCO3)2
In questo modo piccole fratture esistenti
nella roccia si allargano nel corso del
tempo, dando origine a diverse forme di
erosione carsica, quali campi carreggiati o
solcati, doline, pozzi e grotte. Nonostante
valori molto elevati di piovosità, nelle
Alpi Apuane non sono tuttavia presenti
significativi corsi d'acqua permanenti:
queste montagne in realtà sono ricche di
acqua, che però scorre prevalentemente nel
sottosuolo, attraverso ampi e sviluppati
sistemi carsici sotterranei, per poi
emergere in corrispondenza delle sorgenti.
Queste sono distribuite lungo il perimetro
delle strutture carbonatiche, in
corrispondenza del contatto tra le rocce
carsificabili ed il sottostante substrato
impermeabile ed è qui che le acque percolate
in profondità tornano all'esterno. Il regime
delle sorgenti risente di variazioni di
portata stagionali molto marcate.
POZZI E
GALLERIE
Le forme
dovute al fenomeno carsico che più
affascinano sono quelle sotterranee. Nel
sottosuolo, infatti, si formano una serie di
cavità che presentano diverse tipologie di
sviluppo; si va da quelle sub-orizzontali
(grotte e gallerie) a quelle ad asse
d'allungamento inclinato, per finire alle
cavità verticali (pozzi ed abissi). Esse
hanno forme, dimensioni ed aspetti diversi
che dipendono principalmente dalle modalità
di circolazione dell'acqua, la quale si apre
la strada nella massa calcarea non solo con
l'azione chimica, ma spesso anche con
l'azione meccanica dovuta al suo stesso
movimento e con il concorso dei processi di
crollo che si verificano nella volta delle
cavità. Frequenti sono i pozzi, che arrivano
a 50-100 m di profondità; due di essi
superano 200 m (l'abisso Enrico Revel o Buca
della Vetricia, grande voragine formata da
un unico pozzo che è profondo ben 316 m).
GROTTE
Una delle
caratteristiche peculiari delle grotte
carsiche è che esse sono ornate da
concrezioni carbonatiche che formano
stalattiti, stalagmiti, vele, colonne ecc.
che rendono il paesaggio carsico sotterraneo
splendido e surreale. La loro formazione è
dovuta al lento depositarsi del carbonato di
calcio dalle acque percolanti a stillicidio
o a sottilissimi veli.
Nel Monte Corchia (1676 m) è degno di
particolare rilievo l'Antro del Corchia (o
Grotta di Eolo), con oltre 70 km di sviluppo
complessivo e 1210 metri di dislivello, che
figura tra le più grandi grotte italiane
come sviluppo longitudinale (1800 m) e
addirittura al secondo posto nel mondo per
profondità (805 m).
|