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34° Festival de La Versiliana
17 luglio 2013
 

 

2° incontro con la Cucina del Parco
“Antica Trattoria dell'Eremita” di Calòmini di Careggine:
“trota affumicata con zucca marinata e focaccia leva”

 

 

La Trota: a La Versiliana un piatto storico delle Apuane
Secondo appuntamento della rassegna “la Cucina del Parco” con degustazione finale

Nel versante apuano della Garfagnana c’è un luogo di particolare intensità spirituale e di suggestione mistica: l’Eremo di Calòmini. Non lontano da Vergemoli, si affaccia sulla Tùrrite di Gallicano, conservando l’eco di culti pagani cristianizzati e il ricordo di una plurisecolare presenza francescana. L’Eremo è un convento dalle linee aggraziate, ben costruito sottoroccia e alla base di un’alta rupe calcarea. È un luogo di fede millenaria che accoglie, al suo fianco, l’Antica Trattoria dell’Eremita, con servizio di ristorazione ed alloggio per turisti e pellegrini in visita al santuario.
Mercoledì 17 luglio, alle ore 19.30, la cuoca Sara Da Costa è giunta da Calòmini a Marina di Pietrasanta. A lei è stato affidato il ruolo di l’ospite d’onore del secondo “cooking-show” del Parco delle Alpi Apuane all’interno del 34° Festival de La Versiliana. La giovane chef ha preparato per tutti la “trota affumicata con zucca marinata e focaccia leva”, un piatto delicato ed arricchito dai profumi mediterranei del “camucioro” (elicriso). L’incontro è stato presentato da Claudio Sottili, particolarmente abile a carpire i piccoli e grandi segreti che rendono unico e speciale questo abbinamento à la page. Un'occasione sicuramente “ghiotta” per incontrare un cibo dal sapore “storico” – offerto dal Parco alla degustazione pubblica – in cui si esaltano diverse proprietà nutrizionali, grazie alla leggerezza e alla versatilità di alimenti basilari della cucina locale.
I piatti a base di trota sono l’offerta gastronomica di punta dell’Antica Trattoria dell’Eremita di Calòmini. Questo non è un caso e neppure un’eccezione nelle Alpi Apuane, poiché una lunga tradizione gastronomica ha fatto tesoro di quanto pescato dai fiumi e dai torrenti.
Le Trote di questi paesi sono di due sorte… cioè una spruzzata nella groppa di macchioline rosse come gocciole di sangue, e l’altra, che cresce più della prima, con macchie rosse larghe, simili a ditate di sangue”. Così, nel 1752, Giovanni Targioni Tozzetti descriveva la “trota fario” dell’Alta Versilia, segnalando differenze di livrea nelle popolazioni qui presenti del più ricercato dei pesci fluviali. La trota delle Alpi Apuane ha sempre goduto della fama di prodotto ittico nobile e particolarmente caro alla famiglia De’ Medici, che volle dedicarle i versi di Pietro Angeli il “Bargeo” ed erigerle perfino monumenti. Una trota di marmo si trova sul pozzo della Villa medicea di Seravezza; un’altra si trova su un cippo a Ruosina, per celebrare la fortuna pesca della Granduchessa Maria di Lorena che, nel 1603, trasse a riva un esemplare di 13 libbre (circa 4,5 kg).
Questa predilezione medicea per la trota aveva un diretto riscontro gastronomico, poiché sulle tavole della corte fiorentina era frequente la sua presenza. La Villa di Seravezza possedeva due grandi vasche per l’allevamento delle trote, in modo da soddisfare con maggiore facilità e copia il palato dei Signori di Firenze. Negli altri palazzi e residenze medicee, sparse per tutta la Toscana, le nature morte dei pittori di corte – Crespi, Fardella, Recco, Tanari, ecc. – ricordavano agli ospiti l’importanza del pesce e della trota in particolare su queste prestigiose mense.
La trota ha lasciato un suo segno indelebile anche nella cucina popolare dell’Alta Versilia e della Garfagnana. Per quanto piatto ambito e signorile, l’approvvigionamento della materia prima non è mai stato diritto esclusivo delle classi dominanti. Tutti e con facilità potevano pescare il pesce nei fiumi e torrenti impetuosi delle Apuane. Oggi, gli allevamenti controllati nelle acque ossigenate ed integre della Garfagnana garantiscono una produzione ittica di giusta quantità e di elevata qualità. In particolare, le vasche della Tùrrite di Gallicano non si limitano alla vendita del solo prodotto fresco, ma danno luogo ad una filiera corta di trasformazione del prodotto, pure come alimento consumato nella ristorazione locale.




Fotogallery

 

 
 

Il secondo appuntamento del cooking-show nella cornice della Fabbrica dei Pinoli a La Versiliana.

 
 

Pubblico discretamente numeroso e disponibile ad un ascolto partecipe.

 
 

Sui fornelli è di turno la trota affumicata, che si accompagna ad una regina dei contorni a base di verdure: la zucca; qui giustamente marinata.

 
 

Conduttore dell'incontro è Claudio Sottili, qui insieme ai due ospiti dell'Antica Trattoria dell'Eremita di Calòmini di Vergemoli.

 
 

La cuoca Sara Da Costa è stata una vera sorpresa, non solo per le proprie capacità culinarie, ma per la profonda motivazione che la anima e la guida nel proprio lavoro.

 
 

Oltre l'illustrazione delle tecniche di affumicatura della trota e della ricetta per la marinatura della zucca, l'interesse di Sottili si è indirizzato sui testi in ferro.

 
 

Il tradizionale strumento per la produzione di "necci" o "ciacci" di farina di castagne, viene qui riscaldato per un altro uso.

 
 

La pasta di pane, appena salata, posta all'interno dei testi, viene trasformata in una saporitissima focaccia di lievito madre.

 
 

La fase conclusiva del cooking-show - una volta preparato il piatto e il contorno della serata - è lo sporzionamento e la distribuzione al pubblico.

 
 

L'apprezzamento è più che visibile dai gesti e negli sguardi di genuino apprezzamento.

 
 

L'ultima foto è dedicata al servizio d'ordine... impeccabile, seppur di parte...

 
 
 
 


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